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NEWS / Da New Orleans a Colorno per imparare la cucina italiana

Una storia lunga 9 anni, da quando, a Bergamo, lo chef di New Orleans di origine israeliana Alon Shaya ha degustato per la prima volta il Salame Gentile del Podere Cadassa: «Il migliore salume che io abbia mai mangiato».

Dopo quell’assaggio lo chef Shaya si mise subito in contatto con Enrico Bergonzi per una visita al Podere Cadassa, esprimendo il desiderio di imparare sul campo l’arte dell’antica norcineria parmense. Detto, fatto. Alon arrivò così a Colorno, nel cuore della Food Valley, dove fu accolto da Enrico Bergonzi insieme alla moglie Edgarda Meldi che gli mostrarono, prima la salumeria artigianale parmense e poi i segreti della cucina tradizionale italiana. «Ho conosciuto la famiglia Bergonzi a 27 anni e da subito il loro affetto mi ha avvolto – spiega Alon -, quello che ci unisce non è solo un legame professionale, ma principalmente umano, di amicizia. Enrico e tutta la sua famiglia mi hanno fatto capire che la cucina e la gastronomia italiana sono soprattutto cultura e conoscenza: un insegnamento che porto sempre con me».

Shaya è un apprezzato chef della Louisiana, citato in molte guide culinarie e classifiche americane, con all’attivo ben 3 ristoranti: l’italiano “Domenica” all’interno dello storico Roosevelt Hotel, la pizzeria “Pizza Domenica” e il moderno ristorante di cucina israeliana “Shaya”. Un intelligente e competente chef che cerca di cogliere l’essenza dei piatti, non imitando, ma studiando con attenzione la gastronomia italiana per caratterizzare i propri locali con raffinati menu.

«Mi ricordo ancora lo stupore che ho provato alla vista della cantina storica dei Culatelli del Podere Cadassa, sembrava di essere in un set cinematografico; l’atmosfera che ho respirato e che tuttora ritrovo in questo luogo è magica, davvero unica» continua il ristoratore di New Orleans, ritornato a Colorno quest’estate insieme alla moglie Emily, per continuare la scoperta delle tipicità italiane: «Quelli del Podere Cadassa sono salumi eccellenti che offro nel mio ristorante, fra cui la Pancetta, il Salame Gentile, la Coppa».

«Per me è molto importante vedere da vicino la produzione artigianale dei salumi e parlare direttamente con chi realizza questi prodotti sublimi, come il Culatello di Zibello Dop – puntualizza Alon -. Per questo motivo ringrazio Enrico ed Edgarda che non solo rispondono alle mie domande, ma mi fanno immergere totalmente nella cultura gastronomica italiana, portandomi con loro in cucina per mostrare come nasce un tortello d’erbetta, un risotto, una mostarda o qualsiasi altra ricetta che assaggio nelle mie visite».

«Avevo già studiato la cucina italiana, ma quando 9 anni fa sono arrivato Al Vèdel, ho capito che c’era molto di più di quello che sapevo, tutto un mondo da approfondire». «Sono molto grato alla famiglia Bergonzi – conclude lo chef – ed è per questo che nel libro sulla cucina che sto scrivendo e che uscirà a breve ci saranno ben due capitoli dedicati al ristorante Al Vèdel».

NEWS / Il Culatello e lo Strolghino premiati al Great Taste 2016

Le stelle del Great Taste 2016 brillano per gli insaccati artigianali del Podere Cadassa che dal 1780 produce solo salumi tipici della Bassa parmense.
Quest’anno, oltre alla conferma delle 2 stelle (su un massimo di 3) per il Culatello di Zibello Dop nella categoria “salumi stagionati” – come già avvenuto nel 2014 -, per la prima volta è salito sul podio anche lo Strolghino incoronato con 1 stella nella categoria Salumi, sottocategoria “salami, stile continentale, freschi”.
Il Great Taste è il premio annuale organizzato dal Guild of Fine Food di Londra che può essere definito come l’Oscar internazionale del cibo. Una giuria selezionata di oltre 400 membri fra giornalisti ed esperti del settore Food, da marzo a luglio, assaggia, valuta e infine giudica le tipicità internazionali provenienti da ogni angolo del mondo, per individuare quelle più meritevoli di ricevere le prestigiose stelle del Great Taste.
Il Culatello di Zibello Dop presentato dal Podere Cadassa è un 20 mesi che la giuria ha definito: “Good texture, wonderful balance of flavours. Ratio of fat to meet was good. Excellent product”. Il Culatello di Zibello del Podere Cadassa è l’unico Dop certificato dal Consorzio di Tutela a essere stato premiato al Great Taste 2016, confermando l’impegno dell’azienda a valorizzare l’eccellenza della norcineria locale che si basa sulla qualità delle materie prime selezionate e sull’applicazione di altissimi livelli di sicurezza alimentare.
Lo Strolghino è invece l’unico, di questo genere, presente nella classifica del rinomato premio, definito dai giudici: “A balanced mix of fat and meat ratio. We liked the subtle clean flavour and soft texture”. Fra i salami prodotti nella Food Valley, lo Strolghino è senza dubbio uno dei più conosciuti, apprezzato soprattutto per la dolcezza e la morbidezza della carne che lo rendono ideale per antipasti e aperitivi. Il Podere Cadassa lo produce solo in modo artigianale, senza conservanti né coloranti, utilizzando esclusivamente carne proveniente da allevamenti di Emilia Romagna e Lombardia, sale, pepe e un goccio di miele.
«L’attenzione alla qualità dei salumi e alla loro “naturalezza” è da sempre uno dei nostri valori fondanti – commentano Enrico Bergonzi e Marco Pizzigoni, titolari dell’azienda -. Salumi genuini grazie ai quali riscoprire quel sapore inconfondibile della stagionatura in cantina, dove la regolazione dell’aria e dell’umidità è determinata solo dall’apertura manuale delle finestre. I prodotti artigianali, spesso considerati riservati alle élite di appassionati, hanno invece tutte le caratteristiche per posizionarsi nei grandi mercati. La qualità è la vera carta vincente. Oggi ancora di più che ieri. E per giocarla al meglio, occorre informare nel modo corretto il consumatore finale e valorizzare l’originale made in Italy».

NEWS / Il 4 febbraio il maître fromager Hervé Mons ospite al Vèdel

Fromage Cathare, Comtè, Fourme d’Ambert, St. Felicien, Langres, St. Marcellin sono solo alcuni dei protagonisti dell’evento “I segreti dei formaggi”: la serata degustazione in  programma il 4 febbraio al ristorante “Al Vèdel” che avrà come ospite d’onore Hervé Mons, fra i più famosi maître fromager al mondo.

Mons ha dedicato tutta la vita alla ricerca e all’affinamento dei formaggi, affermandosi sul panorama lattiero-caseario internazionale. La cena si presenta quindi come un evento unico, durante il quale assaporare prodotti di altissima qualità, presentati direttamente da Hervé Mons e abbinati a proposte culinarie ideate dallo chef patron del Vèdel, Enrico Bergonzi. La serata, realizzata in collaborazione con l’azienda Selecta – distributore esclusivo per l’Italia dei formaggi MonS – insieme all’affinatore italiano Enrico Panzarasa, sarà quindi l’occasione per una vera e propria esperienza sensoriale nell’universo dei formaggi, guidati dal maestro francese che per tutta la cena resterà a disposizione dei commensali per rispondere a domande e raccontare la propria esperienza.

Il benvenuto sarà dato con una serie di finger food a base dei formaggi di capra MonS, a pasta molle e fresca. Si prosegue poi al tavolo con due primi piatti: Ravioli alla pera, cipolla e Mimolette 18 mesi e Risotto alla rapa rossa con Fourme d’Ambert. La Mimolette è detta anche “Boule de Lille”, dalla regione francese da cui proviene ed è prodotta con latte vaccino crudo; è caratterizzata da un color arancio, provocato dall’annatto, un colorante naturale del Centro America con il quale viene addizionata la pasta della Mimolette, stagionata minimo per 12 mesi. Anche la Fourme d’Ambert Dop è un formaggio di latte vaccino francese che deve il nome alla zona d’origine; si tratta di un erborinato dal gusto dolce e pasta asciutta, ma cremosa che sprigiona un leggero aroma di cantina, con stagionatura minima di 28 giorni e affinatura che dura fino a 60 giorni.

Dopo i primi piatti si entra nel vivo della serata con un doppio Giro di Formaggi, accompagnati da proposte del ristorante. Sono previsti assaggi di 7 formaggi molto particolari, a base di latte di capra, vacca e pecora, fra cui spiccano alcune rarità, come il Fromage Cathare e il Comtè 18 mesi. Il Fromage Cathare è un caprino fresco a cagliata lattica prodotto con latte crudo in Linguadoca, ricoperto in superficie da cenere con impressa la croce occitana; la cagliata viene raccolta manualmente “à la louche“, messa in forma e salata a secco. Il Comtè è invece prodotto esclusivamente con latte di vacche di razza Montbeliarde e Simmental francesi sul Massiccio del Jura, dal caratteristico retrogusto di noci. Il Comté è considerato uno dei migliori formaggi al mondo ed è senz’altro un formaggio da meditazione della famiglia dei gruyéres francesi.

Per finire, il Dessert con una Purea di lamponi e fragole, Fourme d’Ambert Dop e cioccolato fondente Valrhona.

Attenzione anche alla proposta dei vini, iniziando con un Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Gran Cuvée Storica 1870 Brut Giorgi, per proseguire a cena con St. Urbans Hof Ockfener Bockstein Kabinett Riesling Mosel e Harmonium Firriato Nero D’Avola e terminare con Recioto della Valpolicella Zenato per il dessert.

CHI È HERVÉ MONS. La passione e la conoscenza sviluppata nel settore lattiero-caseario da Hervé Mons si sono presto trasformate in un’arte, come testimonia il prestigioso titolo di “Meilleur Ouvrier de France” ricevuto nel 2000 dallo stesso Hervé. Nel catalogo dell’affinatore francese sono presenti circa 250 diversi formaggi, frutto di una costante ricerca fra le piccole produzioni artigianali e valorizzazione dell’impiego del latte crudo da parte dei casari. Oggi Mons può contare su due cantine di affinamento: una è la Cave d’affinage di Saint-Haon-le-Chatel a Roanne, vicino a Lione riservata ai formaggi a pasta molle; l’atra è il Tunnel de la Collonge, un’antica galleria ferroviaria vicino ad Ambierle, trasformata dal maître fromager in una sorprendente cantina di stagionatura dei prodotti a pasta dura, in particolare dei grandi gruyeres francesi.

Mons collabora fin dalla prima edizione con Slow Food per la realizzazione di Cheese e nel 2001 ha creato il centro di formazione professionale Opus Caseus Concept”, per promuovere la cultura dei formaggi di alta qualità e preparare i nuovi professionisti del settore. Nel corso degli anni la maison Mons ha aperto negozi e boutique in tutto il mondo, dagli Stati Uniti e Giappone.

Per info e prenotazioni: tel. 0521 816169 – info@poderecadassa.it – info@alvedel.it

NEWS / Il 30 gennaio a tavola con la “Maialata” e i piatti “poveri”

“Del maiale non si butta via nulla” recita un famoso detto, ispirato dall’antica arte della norcineria che regala alle nostre tavole nobili salumi lavorati a mano.

Ed è proprio gennaio il mese scelto dalla tradizione contadina per celebrare il maiale e i doni delle sue carni. Anche il ristorante Al Vèdel e il salumificio storico Podere Cadassa ricordano l’antico rito della “Maialata” con un menu a tema: un omaggio alla cultura contadina e alla storia gastronomica della Food Valley. Appuntamento sabato 30 gennaio a pranzo, nella piccola località di Vedole, alle porte di Colorno, a pochi chilometri da Parma, per assaporare le originali ricette dei nostri nonni, a partire dall’antipasto con ciccioli, cicciolata e salame strolghino, per passare al riso con le verze – il primo piatto della tradizione povera – e culminare con i secondi a base di ossa bollite con le salse, piedi lessati, fegato con la cipolla, salame fritto alla Malvasia, costine lessate e arrostite e il cotechino con purè e zabaione. In chiusura, la tipica ciambella “Busilan” accompagnata da zabaione cotto e per digerire infusi di bacche e caffè.

L’usanza trova le sue origini nella tradizione religiosa della festa di Sant’Antonio che ricade il 17 gennaio. Sant’Antonio è il protettore degli animali domestici e da cortile e patrono di macellai, contadini e allevatori ed è generalmente raffigurato con vicino un maiale, in ricordo del permesso ottenuto dall’ordine degli Antoniani di allevare questi animali all’interno dei centri abitati, perchè dal loro grasso era ricavato un unguento utilizzato come cura contro il “fuoco di Sant’Antonio” (infezione cutanea che genera forte bruciore).

Nella cultura popolare gennaio è così diventato il mese dedicato al maiale, periodo dell’anno che spesso coincide con la macellazione delle sue carni. Nel passato si trattava di una giornata di festa, attesa da tutto il paese che si riuniva nelle cascine con le proprie famiglie per lavorare i salumi da consumare nel corso dell’anno. Con i tagli più pregiati erano realizzati gli insaccati fatti poi stagionare nelle cantine – dal prelibato Culatello al salame Gentile -, mentre gli “scarti” venivano bolliti o macinati per generare nuove pietanze. Un’usanza ancora oggi praticata, dalla quale nascono succulenti piatti. Perché del maiale non si butta proprio niente.

Per info e prenotazioni: Ristorante Al Vèdel – Podere Cadassa, tel. 0521 816169 – info@poderecadassa.it

NEWS / Nuovo look per il Vèdel: restyling in armonia con il territorio

Aspetto rinnovato per il ristorante Al Vèdel. Terminata la pausa estiva, la nuova stagione inizia con una veste esterna che parla di tradizione e territorio. Dopo il restyling del Podere Cadassa, quest’anno la riqualificazione della struttura ha coinvolto il ristorante, creando continuità con il progetto complessivo. Alla base della sistemazione c’è prima di tutto il forte radicamento al territorio, espresso da uno stile “country”, tipico dei rustici della campagna parmense. Il bianco brillante e pulito alle pareti dona luce alla facciata che guarda sulla piccola strada di Vedole, da cui gli avventori accedono, circondati dalle suggestioni dei paesaggi agresti.

Sulla parete esterna spicca con forza la storica insegna, simbolo distintivo del ristorante e garanzia di qualità e accoglienza per i clienti. A fianco dell’ingresso principale, ritroviamo invece il menu stagionale che anticipa la proposta culinaria dello chef. E nella parte più alta della facciata, proprio sotto al tetto, la data da cui tutto ebbe inizio, quel 1780 ben impresso su una tavola di legno, a ricordare la nascita del Vèdel e della passione per la buona cucina che ancora oggi contraddistingue la famiglia Bergonzi.

Ogni dettaglio è stato scelto con cura e conoscenza della storia del luogo. Come le persiane eterne di colore verde, della stessa tonalità delle antiche case padronali della Bassa che richiamano ancora una volta le sfumature della natura che costeggia il fiume Po e che ritorna con forza nelle costruzioni tradizionali del territorio.

 

NEWS / Gualtiero Marchesi ospite del Podere Cadassa

L’eccellenza della cucina italiana ha fatto visita alla cantina storica di stagionatura del Podere Cadassa. Il Maestro Gualtiero Marchesi, lo chef italiano più famoso al mondo, fondatore di Alma – Scuola internazionale di cucina e Ambassador per Expo Milano 2015, si è concesso, nei giorni scorsi, una visita speciale al nostro Caveau del gusto, accompagnato da alcuni membri dello staff di Alma e da Kimio Nonaga, celebre chef giapponese del “Nihonbashi-Yukari”, uno dei ristoranti più apprezzati dalla casa reale nipponica.

Dopo la cena al ristorante Al Vedel, Marchesi e gli altri ospiti sono stati accompagnati da Marco Pizzigoni alla scoperta della cantina storica del Podere Cadassa, dove sono custoditi circa 7mila Culatelli di Zibello Dop. Nel suggestivo silenzio della cantina naturale, gli ospiti hanno potuto apprezzare i profumi dei salumi tipici della Bassa parmense e conoscere storia, caratteristiche e curiosità di ogni singolo prodotto, frutto del lavoro artigianale dei norcini del Podere Cadassa.

NEWS / Le Maschere Italiane alla Corte di Re Culatello

Un incontro di tradizione e gusto. È quello che è avvenuto domenica 24 maggio nella cantina storica dei Culatelli del Podere Cadassa.

Gli oltre 200 personaggi che hanno animato con il loro folclore Parma e Colorno nel weekend del 23 e 24 maggio, dedicato al raduno delle Maschere italiane, hanno infatti fatto tappa anche alla “Corte dei Salumi” del Podere Cadassa, per una colazione in stile Food Valley. Capitanate dal Dsèvod – la tipica maschera parmigiana -, Arlecchino, Sandrone e gli altri personaggi tipici, prima di recarsi nel Giardino della Reggia Ducale di Colorno, si sono fermate al Podere Cadassa, per assaporare i salumi tipici della Bassa parmense, accompagnati dal Lambrusco locale, oltre a visitare, con il naso all’insù, la cantina storica della famiglia Bergonzi, dove sono custoditi circa 7mila Culatelli di Zibello Dop.

L’iniziativa è stata l’occasione per illustrare agli ospiti le caratteristiche e la storia dell’originale Culatello, grazie all’intervento di Marco Pizzigoni, proprietario del Podere Cadassa e presidente dell’Associazione Antichi Produttori del Culatello e della Spalla Cruda.

NEWS / Il gusto antico del Re dei salumi nella pratica vaschetta

Tempi di vita sempre più frenetici, tendenze alimentari in continua evoluzione, esigenze di consumo diversificate per fasce di popolazione. Davanti a un settore food dinamico come quello attuale, la tradizione enogastronomica non può più rimanere chiusa in se stessa, ma deve essere in grado di aprirsi ai nuovi mercati, senza però rinunciare allaqualità e alla storia delle produzioni tipiche locali. Fondamentale diventa quindi lo strumento dell’innovazione, dal quale non si può più prescindere per valorizzare e promuovere tradizione, storia e cultura di un territorio.

Lo sa bene la famiglia Bergonzi, da sempre depositaria dell’antica arte della norcineria parmense e impegnata da anni nella diffusione sui mercati esteri della cultura del gusto che caratterizza la Food Valley italiana. Proprio in questa direzione guarda anche la novità di inizio 2015: il Culatello di Zibello Dop in vaschetta. Il sapore antico del Re dei salumi incontra così la praticità dall’affettato.

Il vero Culatello di Zibello Dop, certificato dal Consorzio di Tutela, esce dalle storiche cantine di stagionatura del Podere Cadassa per arrivare direttamente sulle tavole dei consumatori, pronto per essere degustato in tutta la sua freschezza e qualità artigianale.
La grafica scelta per le vaschette mostra direttamente il luogo dal quale provengono i Culatelli, con la presentazione del prodotto e dell’azienda. Per un’ulteriore garanzia di qualità del prodotto tipico italiano. Perché il Culatello di Zibello Dop è buono, sano e da oggi anche pratico.